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Politica

Non c'è pace per Atac: ritirate le deleghe al direttore generale. Bruno Rota: "Avevo già rassegnato le dimissioni 7 giorni fa"

ANSA
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L'amministratore unico di Atac, Manuel Fantasia, secondo quanto apprende l'ANSA ha ritirato le deleghe del direttore generale Bruno Rota. "Ho mantenuto la notizia riservata", ha dichiarato Rota all'Ansa, "come mi era stato richiesto. Vedo però che questa correttezza viene ripagata con comportamenti non di pari correttezza e quindi sono costretto a precisare questa circostanza. Come si possa silurare un manager che ha dato le dimissioni da sette giorni resta un mistero dell'amministrazione capitolina. O forse l'ennesimo tentativo di ingannare l'opinione pubblica senza rispettare dignità e lavoro".

"Con la presente rassegno le mie dimissioni da dipendente di Atac e cesso da ogni incarico. Sono disponibile a concludere la mia prestazione il giorno 4 agosto, come previsto dalla lettere di assunzione che mi impone una lettera di preavviso. Resta inteso il mio fermo interesse a concludere, anche in una data precedente, se ovviamente ciò non comporta oneri da parte mia". Con questa lettera, datata 21 luglio 2017, (Protocollo n. 0117314), il dg di Atac Bruno Rota, ha detto all'ANSA, di aver rassegnato così le dimissioni.

L'intervista del direttore generale di Atac Marco Rota al Fatto Quotidiano e al Corriere della Sera, che parla di un'azienda sepolta dai debiti e a un passo dal crac, ha scatenato un duro scontro, tra lo stesso dg e il M5s, primo tra tutti il presidente della commissione Mobilità Enrico Stefàno. Le parole di Rota non sono state certamente gradite in Campidoglio e i rumors sin da subito hanno parlato di un dg in bilico e prossimo all'uscita. Il consigliere M5s Stefàno ha accusato Rota senza mezzi termini: "Magari in questi primi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, ad esempio rimuovendo i dirigenti responsabili di questo disastro o quelli completamente inutili, come lo abbiamo invitato a fare più volte". Durissima la replica del direttore generale: "Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti. Suggerisco a Stefano, nel suo interesse di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato. Onestamente. Sempre i soliti".

Insomma, non c'è pace per la società di trasporto capitolina, travolta dai debiti e con una dead line da rispettare entro "un paio di settimane", ha detto Rota, pena il fallimento. Chiedendo poi il rispetto delle regole, denunciando il troppo l'assenteismo. Parole e timing condannati anche da altri consiglieri M5s, come Pietro Calabrese e Alisia Maiani.

L'ennesima tegola su Atac cade quasi allo scadere della raccolta firme dei Radicali per il referendum volto a "mettere a gara il servizio": "Chiediamo di spezzare il conflitto di interessi perverso tra Comune e Atac, affidare il servizio di trasporto in modo trasparente a chi sappia gestirlo meglio". Il Pd capitolino intanto chiede un consiglio straordinario e nel contempo le dimissioni di Stefàno da tutti gli incarichi istituzionali: "E' inaccettabile apprendere che mentre Atac si dibatte tra difficoltà conclamate, anziché lavorare a soluzioni operative il vicepresidente dell'Assemblea Capitolina si è prodigato nel chiedere promozioni e favorire una società specializzata in bigliettazioni". Sulla stessa linea Fdi-An: "Stefàno smentisca o si dimetta".

Dura anche la posizione di Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd: "Dal sindaco Raggi, che, incurante di una situazione così allarmante, ha finora preferito comportarsi come le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano, aspettiamo proposte concrete per il risanamento dell'azienda". I senatori Vincenzo Piso e Andrea Augello (Idea) vanno oltre e annunciano che presenteranno domani un esposto in Procura sulle accuse del dg di Atac.

Marco Rota, che ha risanato Atm a Milano prima di venire a Roma, è arrivato in Atac il 18 aprile. Prima di lui, l'1 settembre dello scorso anno, giornata infausta per la giunta Raggi, in cui si dimisero il superassessore al bilancio-patrimonio-partecipate Marcello Minenna, seguito alla revoca dell'incarico al capo di gabinetto Carla Raineri, il neo vertice di Ama, ovvero dell'amministratore unico Alessandro Solidoro e i vertici di Atac Marco Rettighieri e Armando Brandolese, dopo lo scontro con l'assessore ai trasporti Linda Meleo.

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