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Politica

Dal bacio al salume al #digiunopersalvini

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Se sono autori satirici, sono degli autentici geni. Se invece sono solo suoi sostenitori meritano un qualche premio per la satira inconsapevole. Dico quelli che hanno messo su l’idea (e l’hashtag e la pagina) “Digiuno per Salvini”: un invito a una sorta di catena di solidarietà, con un giorno (intero, accidenti) di digiuno per manifestare solidarietà al Capitone sul voto della giunta per le autorizzazioni a procedere per la Gregoretti. Perché, obiettivamente, immaginare un digiuno per sostenere Salvini è come chiedere di iscriversi alla Crusca o fare esercizi di sintassi dei verbi per sostenere Di Maio, o di cucinare kebab (ma anche solo tortellini di pollo) per sostenere la Meloni.

Se sono autori satirici – ripetiamo – hanno un grande futuro gli autori di questa campagna di grande ardimento: si tratta di rovesciare un immaginario fin qui pantagruelico, con tanto di bacio al salume, che aveva lo scopo di avvicinare il più possibile l’ex Ministro del Culatello alla parte più importante del suo elettorato, la pancia. In un’orgia di Nutelle, porchette, filoncini e tiramisù. Rovesciare e reindirizzare l’immaginario (che qui ormai la lotta politica non ha nulla a che vedere con idee, programmi o – dio ce ne scampi – fatti, ma è questione di sentiment e storytelling e messaggi subliminali e pulsioni profonde e persino fasi della digestione: il dottor Freud con la Bestia ci farebbe miliardi...): adesso il modello è più o meno il Mahatma Gandhi. E l’immagine scelta per la pagina dei digiunatori volontari è quella dell’ex Ministro del Nocciolato con le mani giunte: la svolta spiritualista (a cui invero ci avevano preparati le sceneggiate col rosario, il vangelo e il cuore immacolato di Maria, che si alternavano opportunamente con lasagne, pizzette e coratella), ma stavolta in senso persino ascetico. 

Perché, se conoscessero appena l’italiano (hashtag #primalitaliano) saprebbero che “digiuno per Salvini” può essere, oltre che un’iniziativa di solidarietà, un… programma dietetico del mangione stesso: che cominci lui, a digiunare. Gli farebbe tanto bene, e gioverebbe anche a tutta l’ecosfera digitale.

Chissà, magari alla nostra collezione potremo aggiungere un selfie dell’ex Ministro della Fede e Difensore dei Confini con una galletta di pane nero e un bicchiere d’acqua liscia: “Che dite, amici, posso rompere il digiuno? Bacioni”.  

 
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