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Politica

Chi è Marcello Foa, il presidente sovranista della Rai

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Un sovranista convinto al piano più alto di Viale Mazzini. Il Consiglio dei ministri ha indicato su proposta del ministro dell'Economia Tria il nuovo presidente della Rai. Giornalista, scrittore e docente di comunicazione, Marcello Foa è la figura prescelta in quota Lega per le cariche di vertice del servizio pubblico (l'amministratore delegato sarà Fabrizio Salini, ex ad di La7 in quota M5S). Ex inviato de Il Giornale, al quale approdò venticinquenne sotto la guida di Indro Montanelli, conosce bene la Russia che ha avuto modo di raccontare sin dall'inizio della sua carriera assistendo al crollo dell'Unione Sovietica.

Un "amore" che è durato fino ad oggi, quello tra Foa e il Paese guidato da Vladimir Putin, per il quale Foa non ha mai nascosto il suo apprezzamento come figura politica. Su Russia Today, il canale satellitare russo diffuso in lingua inglese e parte del network di reti direttamente finanziate dal Cremlino, non di rado interviene il neopresidente Rai. Così come non si contano i suoi articoli sul blog che cura sul Giornale a difesa delle politiche di Putin in Medioriente.

Ma Foa ha un curriculum corposo e può vantare partecipazioni a svariate trasmissioni straniere come CNBC e BBC, oltre naturalmente alla Rai. Nell'estate del 2011 ha lasciato Milano e il Giornale, nel quale aveva lavorato dal 1989, per approdare a Lugano e diventare direttore generale di TiMedia Holding Sa, società che edita il Corriere del Ticino e altre emittenti, per poi diventarne amministratore delegato. Foa ha doppia cittadinanza, sia italiana che svizzera.

Come detto, la nomina del neopresidente Rai ha una chiara impronta leghista: Matteo Salvini e Foa si conoscono bene, solo il 14 giugno scorso il vicepremier ha partecipato in collegamento video alla presentazione del suo ultimo libro (in realtà una riedizione aggiornata) "Gli stregoni della notizia – Atto secondo. Come si fabbrica informazione al servizio dei governi". Non solo: Foa è vicepresidente di A/simmetrie, il centro studi sulle asimmetrie economiche fondato dal senatore leghista Alberto Bagnai.

Uno dei suoi recenti articoli pubblicati sul suo blog rivendica: "I sovranisti hanno ragione e gli insulti non li fermeranno". All'indomani delle elezioni politiche, scrisse un intervento dal titolo "L'ondata populista non è affatto finita, a dispetto delle elite e dei media". Insomma, un anti-Ue convinto e sostenitore del Governo Conte fin dalla sua nomina.

Un'inchiesta de L'Espresso ha raccontato però anche dei rapporti tra Foa e il Movimento 5 Stelle. Gli articoli e i post su Facebook del neopresidente Rai vengono spesso ripresi da Silenzi e Falsità, sito di informazione che farebbe capo a Marcello Dettori, fratello minore di Pietro, collaboratore dei Casaleggio e uno dei fondatori della piattaforma Rousseau. Secondo l'Espresso, il sito dipende da una società, la Moving Fast Media, costituita a dicembre del 2017: "Tra i suoi clienti, tre in tutto, compare anche una società di Lugano: la MediaTi holding", riporta il settimanale. Foa, va ricordato, ha annunciato querela nei confronti del settimanale per le informazioni riportate all'interno dell'articolo, ritenuto "inqualificabile e diffamatorio" per il collegamento tra Lega e M5S e il gruppo del Corriere del Ticino.

Ma che la figura di Foa sia una sintesi perfetta dell'universo gialloverde lo si capisce anche dall'affinità di intenti e di idee con personaggi da sempre vicini al Movimento 5 Stelle, come Claudio Messora e Paolo Becchi, considerato "l'ideologo" dei grillini e tra i primi a felicitarsi con Foa. Qualche suo intervento è stato ripreso anche dal blog di Beppe Grillo. Ma la rete di relazioni si estende anche ad Antonio Maria Rinaldi - l'allievo del ministro Paolo Savona - anche lui tra i primi a congratularsi con Foa per il suo nuovo incarico. Onnipresente, Foa secondo quanto ricostruito dall'Agi, sarebbe stato presente anche all'incontro tra Matteo Salvini e Steve Bannon a marzo allo Spazio Pin di via Montesanto a Milano.

Foa si è spesso distinto per uscite non proprio eleganti, come quando ha espresso "disgusto" per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in seguito al rifiuto di nominare Savona al ministero dell'Economia. Su facebook scrisse: "Secondo Mattarella Lega e 5 stelle non possono governare perché le loro idee su Unione europea, trattati europei, parametri di Maastricht sono inammissibili. E allora sia conseguente fino in fondo: abbia il coraggio di mettere fuorilegge i due partiti, li estrometta dal Parlamento. E proclami la dittatura".

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