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Politica

"Una multa è il minimo per chi tradisce". Davide Casaleggio difende le nuove regole M5S

Stringer . / Reuters
Stringer . / Reuters 

Il Movimento 5 Stelle non si sta trasformando in un partito, Davide Casaleggio lo ripete costantemente. In un'intervista al Corriere della Sera, all'indomani della presentazione delle nuove regole - dallo Statuto al nuovo Codice etico - il figlio ed erede dell'ideatore del Movimento spiega che "la nuova associazione era necessaria per consentire al Movimento di partecipare alle elezioni Politiche, viste le nuove leggi sui partiti" e tiene la democrazia diretta "come stella polare".

Alcune regole sono contestate e cpmtestabili, prima fra tutte la multa da 100.000 euro per i parlamentari M5S che non seguono la linea, esprimono dissenso politico o votano in difformità, contraria all'articolo 67 alla Costituzione.

"Non è un mistero: vogliamo inserire il vincolo di mandato. È nel nostro programma dal 2013 e credo che sia atteso dalla stragrande maggioranza degli italiani. Una multa è il minimo per chi tradisce gli elettori che lo hanno votato. Dovrebbero farlo anche i partiti".

Il team di legali del M5S, a quanto apprende l'Ansa, ha lavorato alla forma giuridicamente migliore per rendere effettiva la regola inserita nel Codice etico che impone una multa di 100mila euro a chi, dopo esser stato eletto in Parlamento, lascia il gruppo per "dissenso politico". Regola che, così formulata, ha l'alta probabilità di violare l'articolo 67 della Costituzione secondo la quale chi è eletto in Parlamento non ha il vincolo di mandato. Da qui, la possibilità non solo che la regola sia disattesa ma che un eventuale ricorso contro il Codice etico abbia facile possibilità di essere accolto. Dal Movimento, tuttavia, assicurano come i legali abbiano pronta la formula giuridicamente idonea a rendere costituzionale la maxi-penale anti voltagabbana: "farà parte di una scrittura privata, che sarà slegata dalla funzione costituzionale del parlamentare", spiegano fonti che si occupano del "dossier maximulta".

Casaleggio non teme falle.

"Il nostro codice Etico è chiaro così come i processi che abbiamo individuato per la selezione dei candidati. Mio padre in piazza San Giovanni disse che per cambiare l'Italia ci vogliono tre ingredienti: l'onestà, la trasparenza e la competenza. A questo ci ispiriamo per la selezione dei candidati".

Altra regola contestata, il contributo di 300 euro mensili per Rousseau.

"Il contributo è per la piattaforma informatica che sarà a disposizione degli eletti per strumenti di condivisione e collaborazione online". Rousseau "è uno strumento per la democrazia diretta. Stiamo sviluppando strumenti molto innovativi che saranno disponibili a partire dalla prossima legislatura. Rousseau sta continuando a evolversi e suscita sempre più curiosità in tutto il mondo perché è un unicum di cui andiamo orgogliosi".

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